Borderline significato
Il disturbo borderline di personalità (BPD) è una entità diagnostica molto controversa. Talvolta non viene neanche riconosciuto come un disturbo specifico. Viene usato come “contenitore” in cui inserire tutti quei casi non meglio diagnosticabili in altro modo. In realtà il disturbo borderline presenta delle caratteristiche specifiche ben note.
Il borderline è fondamentalmente un disturbo della relazione, che impedisce al soggetto di stabilire rapporti di amicizia, affetto o amore stabili nel tempo. Si tratta di persone che trascorrono delle vite in uno stato di estrema confusione ed i cui rapporti sono destinati a fallire o risultano emotivamente distruttivi per gli altri.
Le persone affette da personalità borderline trascinano gli altri, parenti, amici e partner, in un vortice di emotività, dal quale spesso è difficile uscire. Questi soggetti, infatti, sperimentano emozioni devastanti e le manifestano in modo eclatante. Drammatizzano ed esagerano molti aspetti della loro vita o i loro sentimenti. Proiettano le loro inadempienze sugli altri, sembrano vittime degli altri quando ne sono spesso i carnefici. Si comportano in modo diverso nel giro di qualche minuto o ora.
Il disturbo borderline di personalità (BPD) è stato spesso, e non a torto, associato a eventi traumatici subiti nell’infanzia. Ad esempio abusi sessuali o fisici, ma non è detto che ciò sia sempre vero.
L’aspetto più evidente e preoccupante della personalità borderline è che presenta sintomi potenzialmente dannosi per il soggetto (abbuffate, uso e abuso di sostanze, guida spericolata, sessualità promiscua, autolesionismo, condotte antisociali, tentativi di suicidio, ecc.). Inoltre si associa a scoppi improvvisi di rabbia intensi.
Sintomi del disturbo borderline di personalità (BPD)
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da:
Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore, nonché una marcata impulsività. Queste devono essere comparse nella prima età adulta ed essere presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
- sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono.
- un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iper-idealizzazione e svalutazione.
- alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili.
- impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto come ad esempio spendere eccessivamente, promiscuità sessuale, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate, ecc.
- ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante.
- instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni).
- sentimenti cronici di vuoto.
- rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici).
- ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
Conseguenze della personalità borderline
Il disturbo borderline di personalità (BPD) è una psicopatologia che comporta serie problematiche, visto il discontrollo degli impulsi che implica, l’instabilità relazionale, la tendenza a idealizzare e svalutare le altre persone (che sono “bianche o nere”). Spesso si associa a sentimenti di rabbia intensi ed esplosivi, desideri di vendetta, paranoia, depressione anche grave.
L’area maggiormente compromessa è in genere quella delle relazioni sentimentali. I partner di coloro che hanno una personalità borderline vivono costantemente con la sensazione di camminare su un campo minato. Si sentono sempre sotto test, sottoposti ad una inesauribile richiesta di dimostrazioni di amore, oggetto di gelosia ossessiva che spesso sfiora la paranoia.
L’instabilità del tono dell’umore del paziente borderline comporta spesso la diagnosi (errata) di disturbo dell’umore bipolare, ma vi sono sostanziali differenze tra i due quadri clinici (si veda a tal proposito questo articolo).
Cura del disturbo borderline
Il trattamento del disturbo borderline di personalità prevede necessariamente una psicoterapia strutturata, meglio se di orientamento cognitivo-comportamentale.
In particolare vi sono alcuni approcci che hanno mostrato efficacia in numerosi studi controllati. Prima fra tutta la terapia dialettico comportamentale (DBT), ideata da Marsha Linehan negli USA e oggi impiegata largamente anche in Italia.
La terapia dialettico comportamentale è un metodo di trattamento basato sui principi della terapia comportamentale e sui concetti della filosofia buddista di accettazione e compassione. Attualmente, la DBT si poggia su una solida base di studi clinici controllati e randomizzati che ne dimostrano l’efficacia nel migliorare i risultati del trattamento delle persone con DBP. Essa può quindi considerarsi un trattamento per la personalità borderline basato su solide prove scientifiche.
Sono utili anche la Schema Therapy e la terapia Metacognitiva Interpersonale, approcci che stanno dimostrando alta efficacia nel lavorare sui fattori eziopatologici del disturbo.
La terapia EMDR o altri strumenti volti a favorire l’elaborazione dei traumi possono essere importanti nel lavoro clinico, vista la relazione forte fra traumi dello sviluppo e questo tipo di disturbo di personalità.
Obiettivi del trattamento
Di primaria importanza è interrompere i comportamenti aggressivi o autolesivi, che spesso esitano in ospedalizzazioni d’urgenza. Una volta ridotti i comportamenti problematici a rischio, l’intervento si sposta sulle grosse difficoltà di queste persone nel mantenere una rappresentazione stabile e integrata di sé e dell’altro.
La relazione terapeutica con il paziente borderline è comunque molto problematica, perché anche in tale contesto si attivano le dinamiche relazionali del paziente. Queste possono portarlo a idealizzazione del terapeuta (e anche innamoramento), ma anche a repentina svalutazione dello stesso e conseguente interruzione della terapia. Mantenere una continuità terapeutica è quindi molto difficile, sebbene sia necessario per ottenere dei risultati a medio-lungo termine.
La terapia farmacologica difficilmente può essere risolutiva. Ciononostante può essere indicato l’uso di stabilizzanti del tono dell’umore per ridurre l’impulsività, l’ansia e la disregolazione emotiva.
Il coinvolgimento dei familiari
Le caratteristiche proprie di questo disturbo sottopongono i familiari del paziente a un livello di stress psicologico più elevato rispetto ai familiari di pazienti con un’altra condizione psichiatrica.
Il ruolo dei familiari in relazione al disturbo borderline si è modificato in maniera significativa nel corso degli anni grazie alle numerose ricerche che hanno indagato l’interazione dei fattori genetici, psicologici e socio-ambientali implicati nello sviluppo e nel decorso di questo disturbo.
Le linee guida internazionali sul trattamento della personalità borderline indicano la necessità di un approccio integrato che coinvolga anche il contesto in cui vive il paziente.
Risorse sul disturbo borderline
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TESTI PER APPROFONDIMENTO SUGGERITI
BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA
- Linehan, M. (2017). Introduzione alla DBT. Il trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline. Milano: Raffaello Cortina Editore
- Arntz, A., & Van Genderen, H. (2011). La Schema Therapy per il disturbo borderline di personalità. Milano: Raffaello Cortina Editore
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